venerdì 17 febbraio 2012

Storia dell'attività motoristica aeronautica dell'Alfa Romeo nel dopoguerra

Storia dell'attività motoristica aeronautica dell'Alfa Romeo nel dopoguerra

pubblicata da Dedicato a Pomigliano d'Arco il giorno mercoledì 16 novembre 2011 alle ore 0.14 ·

Storia dell'attività motoristica aeronautica dell'Alfa Romeo nel dopoguerra
(pubblicata su Archivio Storico Alfa Romeo Volume II, 1998)


Nel mese di marzo del 1952 l'Alfa riprese, rilevandola dalla Metalmeccanica Meridionale, la gestione dello stabilimento di Pomigliano, la cui direzione venne affidata all'ingegner Cesare Tonegutti.
Le difficoltà di una conversione verso le più moderne costruzioni aeronautiche civili, sia per i progressi tecnici sviluppatisi all'estero, sia per gli alti costi, non consentivano a Compagnie italiane un'organizzazione tale da assicurare commesse di lavoro adeguate. Si ripiegò quindi su un programma ridotto, costituendo un settore la cui attivita' era rivolta alla revisione di motori a pistone e reattori.
La società svizzera Oerlikon intendeva affidare all'Alfa la costruzione di un prototipo (in tre esemplari) di un motore stellare per aviazione ma il progetto fu poi abbandonato.
Nel 1953, fu annullata all'Alfa una commessa di 50 motori Ghost de Havilland intervenuta su delibera del Ministero della Difesa.
Siamo nel 1954 e nello stabilimento di Pomigliano sono occupati 500 operai e 160 impiegati. L'attività nei settori dei motori turbogetto era venuta completamente a mancare e fu ridotta alla revisione , mentre la produzione di motori a pistone era scesa a 10 motori del tipo 121. L'attività poteva considerarsi pari al 20%, il restante 80% era costituito da lavorazioni di ripiego che l'Alfa di Milano aveva ritenuto di trasferire per non aggravare le perdite di esercizio registratesi con i mutamenti del programma iniziale. Si intrapresero trattative con l'Aeronautica per ottenere congrui rimborsi. Le perdite di esercizio dello stabilimento di Pomigliano ammontavano a oltre 200 milioni. Il futuro si presentava alquanto buio.

Nel 1956, la direzione dello stabilimento di Pomigliano venne assunta dall'ing. Biasi in sostituzione dell'ing. Tonegutti che lasciò la Società. L'attività del settore aeronautico continuava ad essere scarsa per cui si prospettava la possibilita' di revisione di motori per conto dell'aviazione americana. Nello stesso tempo, si studiavano programmi per trasferire gradualmente a Pomigliano il montaggio degli autocarri.

E così nel 1962, l'attività produttiva di Pomigliano si articolava in due sezioni: Avio ed Autoveicoli e Motori Diesel. La sezione avio operava nel settore delle grandi revisioni di motori di aviazione e nelle costruzione di parti di ricambio. Venivano revisionati i grossi e medi motori a pistone della Curtiss-Wright per conto della Aeronautica Italiana e Novergese, i turboelica Dart installati sui veicoli Viscount dell'Alitalia e di altre compagnie aeree. Inoltre si revisionavano i grossi getti Conway ed Avon installati sui velivoli DC 8 e Caravelle dell'Alitalia e dei motori J.65 installati su aerei dell'Aeronautica Militare Italiana.

L'Alfa Romeo era presente in modo concreto anche nella costruzione con la partecipazione alla produzione coordinata europea di parti di un grosso turbogetto della General Electric.
Allo scopo di provvedere alla preparazione delle nuove leve di maestranze e tecnici qualificati, fu anche istituita, annessa allo stabilimento, una scuola di riqualificazione per operai con la possibilità di istruire periodicamente circa 120 unità. Anche il reparto tecnico Avio svolgeva speciali corsi di addestramento per il personale addetto.
Nel 1965, le lavorazioni di Pomigliano si riferivano principalmente alla produzione integrata europea dell'aviogetto F 104 G ed alle forniture di componenti dei G91 nelle versioni T ed R per la Aeronautica Militare Italiana.
Il Ministero della Difesa affidò all'Alfa Romeo, nel '67, la produzione del motore General Electric J85-13A, destinato al nuovo bireattore Fiat G91 Y. L' Alfa doveva provvedere, oltre che alla fabbricazione di quasi la metà dei componenti del motore, anche all'assemblaggio ed ai collaudi finali

Nel 1968, il fatturato registrò un incremento del 12,5% rispetto al 1967. Nelle officine di Pomigliano d'Arco si revisionavano motori a turbina di oltre 17 modelli.Vennero ultimate, nel 1969, le prove di lunga durata del prototipo del
turbogetto J85-13A costruito su licenza General Electric. Si completò così l'omologazione della produzione italiana di questo motore realizzato dall'Alfa Romeo ed alla quale partecipavano le societa' Fiat e Saca, e si diede inizio alla fabbricazione di serie.
Al Salone Internazionale dell'Aeronatica che riunì a Le Bourget, dal 28 maggio all'8 giugno la produzione di tutto il mondo, l'Alfa Romeo era presente con un proprio stand.
Il fatturato del primo semestre del 1969 supero' di oltre il 34% il fatturato dello stesso periodo del 1968.
Lo stabilimento venne potenziato con nuove installazioni.
L'Alfa Romeo fu presente al 29^ Salone dell'Aeronautica di Parigi, del 1971, con il motore di sua costruzione J85-13A e alcune sue parti e con componenti, pure di sua produzione, del motori G.E. J79-19 e CF6.

Nelle officine di Pomigliano si revisionavano e si riparavano tutti i motori a turbina in esercizio sugli aerei dell'Alitalia, nonché su quelli delle altre compagnie aeree italiane: Ati, Itavia, Alisarda, Vip-Air.
 
In campo militare, l'Alfa revisionava e riparava per le Forze Armate italiane i motori a pistone Wright R-3550-85 (C119), i turboreattori Wright J65-W3 e J65-W7 (F 84), i turbomotori Rolls Royce S.D.E. Gnome H1000 e H1200 (elicotteri Agusta Bell 204), i turbomotori G.E. T58-3 (Augusta Bell 204) e T58-10 (SH3D)

Il 10 luglio del 1974, l'Alfa firmò un accordo con la Rolls Royce ed altre principali case aviomotoristiche europee per progettare, sviluppare e produrre una turbina a gas di piccola potenza (intorno ai 600 CV) che doveva essere competitiva, in termini di prezzo, con i motori a pistone sovralimentati.

Nel 1975, l'attività aeronautica dell'Alfa dava lavoro a 2000 dipendenti. La certificazione delle sue lavorazioni, da parte dell'Aeronautica Militare Italiana, del Registro Aeronautico Italiano, del Civil Registration Board e della Federal Agency, consentì all'Alfa di operare per qualsiasi ente aeronautico, civile e militare, italiano e straniero.
 
Il 5 settembre 1978, la General Electric e l'Alfa Romeo annunciarono di aver firmato un accordo relativo alla partecipazione della casa italiana allo sviluppo e alla produzione di un nuovo motore G.E. Turbofan ad alto rapporto di diluizione , denominato CF6-32.
Il 24 dicembre 1979, un velivolo Beechcraft King Air volo' utilizzando il motore AR 318 che rappresentava la prima turbina realizzata interamente in Italia (600 CV)

Nel 1980, il fatturato dell'Alfa Romeo Avio S.p.A. ammontava a 41 miliardi, i dipendenti erano 1.300.
Le attività dell'Alfa Romeo Avio (Alfa Romeo 99,93% - Mecfin 0,03%) si svolgevano per lo più nel campo dei motori con turbina a gas: turbogetti, turboelica, turboalbero. Tecnici della General Electric, della Pratt & Witney e della Rolls Royce, dislocati nello stabilimento di Pomigliano, collaboravano alla soluzione dei problemi inerenti le rispettive case.

L'Alfa Romeo Avio era inoltre specializzata nella costruzione della cosiddetta "parte calda" (50%) dei motori: camere di combustione, dischi e palette di turbina, complessi di scarico, gruppi post-bruciatori

Il 14 aprile 1981, venne firmato un accordo tra la Oto Melara S.p.A. e l'Alfa Romeo Avio S.p.A. per la progettazione, lo sviluppo e la produzione del missile supersonico di seconda generazione Otomach 2. L'Alfa Romeo fu responsabile del sistema motopropulsivo. La Fiat aviazione collaborò con l'Alfa sulla base di un accordo specifico.
Nel mese di ottobre, il Consiglio di Amministrazione dell'Alfa Romeo Avio nominò nuovo presidente il Dott. Saverio Rana. L'ing. Guido Focacci fu nominato presidente Onorario dell'Alfa Romeo Avio.

Nel 1982 l'Alfa Romeo cedette alla società Aeritalia S.p.A. il 10% della partecipazione nell'Alfa Romeo Avio S.p.A.
Un ulteriore 60% del pacchetto azionario dell'Alfa Romeo Avio venne ceduto nel 1984 alla Aerfer (Aeritalia) la quale contestualmente assunse l'impegno di rilevare, entro il 31/12/1986, anche il restante 30% della partecipazione azionaria in possesso dell'Alfa Romeo.

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver visitato questo blog.
Suggeriscilo ai tuoi amici.