venerdì 17 febbraio 2012

Evento “Pomigliano: una questione settentrionale”. Lo sviluppo dell'industria aeronautica in Campania

Evento “Pomigliano: una questione settentrionale”. Lo sviluppo dell'industria aeronautica in Campania

pubblicata da Dedicato a Pomigliano d'Arco il giorno lunedì 16 gennaio 2012 alle ore 19.02 ·
Agosto 1931. Vesuvio fotografato dal Gen. Enrico Pezzi in volo su velivolo IMAM Ro1 ( Romeo tipo 1). www.enricopezzi.it


Evento “Pomigliano: una questione settentrionale”. Lo sviluppo dell'industria aeronautica in Campania
Questa nota è dedicata all'avvio dell'industria aeronautica in Campania a partire dalla metà degli anni '10. Dal libro di Sergio Mazzarella, UN SECOLO DEL SETTORE AERONAUTICO CAMPANO - Una storia poco conosciuta – (Edizione Denaro libri, Novembre 2011), le cui prime pagine del libro sono pubblicate su www.denaro.it , riportiamo i capitoli relativi allo sviluppo dell’industria in Campania e quello a cavallo tra le due guerre. Le foto pubblicate sono state selezionate da Dedicato a Pomigliano d'Arco  in massima parte su wikipedia ed altri siti internet il più possibile coerentemente  con quanto descritto in questa nota.

La nascita dell’industria aeronautica
in Campania

Con l’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale aumentarono gli sforzi industriali per far fronte alle esigenze militari. Qualche azienda napoletana diede contributi significativi alla realizzazione di velivoli da combattimento, ma le principali industrie erano localizzate ancora al nord.
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 1916. Biplano Farman del Battaglione Aviatori in decollo. Il tubo verso il basso serviva a lanciare le granate evitando che finissero addosso all'elica od alle strutture.
Però anche le aziende della Campania iniziarono a lavorare per l’approvigionamento bellico. Dal 1916 le OFM (Officine Ferroviarie Meridionali) di S. Giovanni a Teduccio iniziarono le prime costruzioni aeronautiche e riparazioni su licenza dei biplani francesi Maurice Farman.
1916. Biplano Farman
 Stabilimento idrovolanti FBA della IAM (Industrie Aviatorie Meridionali) con stabilimenti a Baia e Lucrino
Sorse il gruppo IAM (Industrie Aviatorie Meridionali) con stabilimenti a Baia e a Lucrino per la produzione su licenza dei idrovolanti FBA (Franco British Aviation); costruzione che coinvolse anche altre aziende napoletane, tra le quali la Ingamo & Di Lauro.
1916. Idrovolante FBA (Franco British Aviation) prodotto dalla IAM
Nel 1917 si affaccia la figura dell’Ing. Nicola Romeo di S.Antimo, certamente più conosciuta nel mondo per le attività nel settore automobilistico che per quello aeronautico. Nicola Romeo nacque nel 1876 e a 24 anni si laureo in ingegneria all’Università di Napoli e poi si specializzò in Belgio. Rientrato in Italia si stabilì a Milano, dapprima come rappresentante di motocompressori di produzione americana, ma nel 1911 fondò una propria azienda per costruire su licenza macchinari inglesi.
Ing. Nicola Romeo
Prima della fine della guerra fondò a Napoli la IAR (Industrie Aeronautiche Romeo) per la costruzione e riparazione di motori aeronautici, che rappresenta le origini dell’Alfa Romeo Avio.
Nicola Romeo partecipò anche all’importante commessa governativa per la costruzione della serie dei bombardieri Ca 5 della Caproni.
Napoli, a causa della presenza di complessi industriali e militari il 10 marzo 1918 fu anche bersaglio di un bombardamento aereo da parte di un dirigibile tedesco Zeppelin Z59, comandato dal com. Bockholt che, partito dalla Bulgaria, sganciò 24 bombe sul porto militare, il gazometro, Mergellina e gli impianti siderurgici di Bagnoli, provocando la morte di 16 persone e molti feriti.

1916.Idrovolante FBA costruito da IAM (Industrie Aviatorie Meridionali) e dislocato a Rapallo
Nel 1918 fu aperta a Capua una scuola di volo, ma la fine della guerra portò presto al rallentamento delle attivita di brevetto.
Sempre a Capua era nato il 20 settembre 1879, il Capitano Oreste Salomone che denominò il suo Caproni “Terra di Lavoro” e che il 18 febbraio 1916, sebbene duramente attaccato dalla contraerea austriaca, riuscì a volare su Lubiana portando a termine la sua missione e per questo fu insignito con la medaglia d’oro al valor militare. Oggi l’aeroporto di Capua è a lui intitolato.
18 febbraio 1916. Il Capitano Oreste Salomone, acui è intitolato l'aeroporto di Capua, riesce a volare su Lubiana
Il Principe Fulco Ruffo di Calabria, nato a Napoli il 12 agosto 1884, come asso dell’avizione militare riportò 20 vittorie ufficiali, fu insignito con diverse medaglie e fu nominato Senatore del Regno.
Con la prima guerra mondiale, in Italia si era passati da una produzione di 300 aerei nel 1915 a 6.500 nel 1918, da 600 motori aeronautici a 14.000, impegnando complessivamente più di 100.000 addetti.
Con la fine della guerra, ovviamente, molte industrie che avevano prosperato con le forniture militari si ritrovarono di colpo senza commesse. 10 marzo 1918. Un dirigibile Zeppelin LZ59 sganciò bombe su Napoli.
In una situazione di generale ristagno dell’economia, ovviamente il Mezzogiorno risentì ancora di più della crisi. Le banche italiane si trovarono fortemente esposte nei confronti dei grandi gruppi industriali, con il rischio che il fallimento delle industrie trascinasse con se anche il sistema bancario.
Il gruppo Romeo, fortemente colpito dalla crisi postbellica, fu trasformato dalla Banca Italiana di Sconto (proprietaria del pacchetto di maggioranza dell’Alfa) in una impresa di maggior capitali per affrontare i mercati di pace, assumendo la denominazione societa anonima Alfa Romeo. Il fallimento della Banca italiana di Sconto spinse lo Stato a intervenire, dapprima con l’IMI e con poi con l’IRI – istituti creati e guidati dal casertano Alberto Benedice - ad acquisire dalle banche i pacchetti azionari delle industrie ed aprendo la strada dello Stato padrone di vasti complessi industriali, che nel campo militare diventa anche cliente di se stesso. In questo scenario emergeranno personaggi campani di grandissima levatura dei quali non solo la Campania, ma l’intera Nazione deve essere fiera.


L’industria aeronautica campana
tra le due guerre

Con l’avvento del regime fascista crebbe l’attenzione nei confronti dell’aviazione, considerata arma strategica, e conseguentemente dell’industria aeronautica nazionale. Nel 1923 fu disposto un piano di riarmo della Regia Aeronautica, che diventava una forza armata distinta da Esercito e Marina, e nel quale fu data priorità alle industrie aeronautiche nazionali. Enrico Ferrone nel suo libro ricostruisce con grande attenzione le iniziative imprenditoriali di Nicola Romeo in quegli anni in Campania.1924. Fiat CR1 costruito nelle Officine Ferroviarie Meridionali di San Giovanni a Teduccio
Romeo nel 1924 rilevò le OFM (Officine Ferroviarie Meridionali) e le fuse con la IAR (Industrie Aeronautiche Romeo) per dare un assetto separato alle costruzioni ferroviarie e quelle aeronautiche ed ottenne un contratto per realizzare, presso le OFM, 20 caccia biplani Fiat CR1, il primo caccia completamente italiano progettato da Rosatelli, tutti consegnati entro un anno.
Gli Aerei RO (Romeo) delle Industrie Meccaniche e Aeronautiche Meridionali
Sempre nel 1924 a Castellammare di Stabia si puntò l’attenzione sugli idrovolanti con le “Lavorazioni Industriali Meccaniche Affini” - LIMA, una piccola fabbrica per riparazione e manutenzione di idrovolanti e aeroplani, e la “Società Officine e Cantieri” che acquisì la licenza per la costruzione degli idrovolanti R5bis, R6 e R7.IMAM Ro1
Romeo acquistò la licenza per costruire il biplano ricognitore Fokker C.V. che si era aggiudicato il bando presso la Regia Aeronautica; il progettista Alessandro Tonini ne ricavò una versione migliorata denominata Ro 1 che, prodotto in quasi 300 unità, costituì l’aereo da ricognizione della Regia Aeronautica, utilizzato anche nelle colonie e in numerosi raid; due di questi aerei furono venduti anche negli USA.IMAM Ro1bis

IMAM Ro 10, trimotore costruito su licenza Fokker (modello Fokker FVII)
Anche il motore era prodotto da Romeo a Napoli su licenza della Bristol. Romeo iniziò la costruzione, sempre su licenza Fokker, del trimotore da trasporto F VII che fu poi impiegato dall’Ala Littoria per i collegamenti con le colonie dell’Africa orientale.
Nel 1933 fu completata anche la costruzione di 82 monoplani Ro5 con motore Fiat A.50.
IMAM Ro5 denominato anche Romeo 5
Nel 1935 i due terzi del pacchetto azionario di Nicola Romeo passarono alla Breda che assunse la direzione delle Industrie Aeronautiche Romeo. La Breda concentrò la OFM nella IAR cambiando la denominazione sociale in IMAM – Industrie Meccaniche e Aeronautiche Meridionali . A seguito di tale cessione, Nicola Romeo uscì definitivamente
IMAM Ro37
dal settore aeronautico. L’IMAM iniziò le attivita nell’ottobre del 1936 con la produzione del Ro 37 al quartiere Vasto, un biplano multiruolo adatto sia all’osservazione che a compiti di caccia e appoggio tattico che sarà utilizzato nella guerra di Spagna e nel secondo conflitto mondiale, ormai inferiore ai velivoli delle alte nazioni in guerra, e sarà esportato in Ungheria, Afghanistan (il corpo di missione di pace italiano in Afghanistan recentemente ha ritrovato abbandonate in un aeroporto militare alcune parti e un motore di questi aerei che sono state riportate in Italia come materiale storico), Ecuador e Uruguay.
IMAM Ro 37bis
Scrive Ferrone che gli ordini per il Ro 37 furono tali che l’IMAM apri a Capodichino nuovi impianti per la costruzione dell’aereo e inoltre, sempre per far fronte alla forte richiesta, l’Ro 37 fu costruito su licenza anche a Castellammare di Stabia dall’AVIS- Avio Industrie Stabiesi, officine della LIMA rilevate e ammodernate dal gruppo Caproni.
Evoluzione del Ro.37 fu il Ro 37 bis, equipaggiato con il motore radiale Piaggio P.IX RC.40, che consenti un complessivo miglioramento delle prestazioni. L’aereo adottava un’elica tripala.
Piaggio. Motore P.XI RC40, a doppia stella con 14 cilindri che equipaggiava il velivolo IMAM Ro37bis. Adottava un'elica tripala


Sempre nei capannoni di Capodichino fu realizzato il caccia leggero Ro 41 con motore Piaggio, derivato dal Ro 37, un biplano che servi da aero-scuola, da caccia, per collegamenti e che resto in servizio operativo fino al 1952, considerato il più avanzato addestratore della scuola di volo di Capua nella sua versione biposto.IMAM Ro41
L’IMAM aveva uno stabilimento anche alla Marinella, in prossimità dell’idroscalo di Napoli, e da questo sito decollò nel 1935 l’Ro 43, versione idro del Ro37, destinato alla caccia marittima per la campagna d’Africa e come ricognitore marittimo catapultabile dalle navi della Marina.
IMAM Ro43 Idro

IMAM Ro43 idro imbarcato
La produzione aeronautica fu assicurata negli stabilimenti IMAM di Capodichino da un’importante commessa della Breda per 48 bimotori da combattimento Ba.88 realizzati nel 1941 e ’42.
Gli impegni in gare, trasvolate e crociere aeree negli anni trenta, famose le trasvolate di Italo Balbo, valsero all’Italia un’immagine di “potenza” aeronautica internazionale che non corrispondeva alla realtà poichè tali grandi esperienze e competenze accumulate non furono pienamente trasfuse nella produzione di serie, a differenza di quanto avvenne invece, per restare in Europa, in Gran Bretagna e in Germania, che già alla fine degli anni trenta avevano introdotto velivoli militari di prestazioni superiori ed avevano capacità produttive ben superiori a quelle italiane.Breda bimotore Ba.88 realizzato da IMAM a Capodichino dal 1941 al 1942
Una curiosità e divagazione temporale “campana”, a dimostrazione che spesso da iniziative di sostegno ad un settore produttivo nascono semi di competenze che germogliano e creano competenze produttive e imprenditoriali che durano nel tempo: alle trasvolate di Italo Balbo prese parte e diede il suo contributo anche il campano Corrado Negri, motorista dell’Aeronautica Militare Italiana.
IMAM Ro 37 bis recuperati da AMI in afghanistan
Da tale esperienza ne derivò successivamente da parte dei figli la costituzione e fondazione a Capodrise (Caserta) dapprima della “FMN – Fratelli Negri Macchine Diesel Sud srl” che inizio con la ricerca e sperimentazione di motori diesel (una novità all’epoca) per usi automobilistici e nautici; successivamente da tale azienda e nata anche la CMD – Costruzioni Motori Diesel- che negli ultimi anni ha iniziato a fare ricerca e ha iniziato la produzione di motori diesel di ultima generazione per l’aviazione leggera, come si approfondirà nel capitolo relativo alle aziende della filiera aerospaziale campana.
IMAM Ro 37 bis recuperato in afghanistan ed esposto al Museo storico AMI di Vigna di Valle
Ritornando agli anni trenta del secolo scorso, la politica autarchica, assunta a seguito delle sanzioni conseguenti alla conquista dell’Etiopia, creò seri problemi di approvvigionamento di materie prime anche per l’industria aeronautica, anche se molti sforzi furono fatti per sviluppare “autarchicamente” pregiate leghe leggere per le costruzioni aeronautiche.
Comunque, restando nel contesto italiano, nel 1925 Napoli era al quinto posto per industrializzazione; nel 1937 il mezzogiorno aveva il 17% degli occupati nel settore dell’industria e la Campania, con il 28% degli occupati nell’industria, rappresentava la regione maggiormente industrializzata del sud, ma non erano più di dieci le aziende del sud con più di 1.000 addetti. Lombardia, Piemonte e Liguria ospitavano la metà delle industrie aeronautiche italiane e la maggior parte della produzione era concentrata nell’area di Milano. Con l’avvio della produzione aeronautica della IAR di Romeo (al Vasto e a Capodichino), della Lavorazioni Industriali Meccaniche Affini – LIMA- di Castellammare delle OFR, si costitui la struttura portante dell’industria aeronautica campana alla vigilia della seconda guerra mondiale che, con lo scoppio della guerra, iniziò un’attivita frenetica per far fronte alle esigenze belliche, arrivando a triplicare il numero degli addetti; ed anche Napoli diventò presto un obiettivo strategico per i bombardamenti che iniziarono a seminare distruzioni e morte anche tra la popolazione civile

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