Evento "Pomigliano: una questione settentrionale".La nascita dello stabilimento ALFA ROMEO di San Martino a Pomigliano d'Arco
pubblicata da Dedicato a Pomigliano d'Arco il giorno lunedì 13 febbraio 2012 alle ore 17.10 ·

L'ALFA NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE - LA NASCITA DELLO STABILIMENTO DI SAN MARTINO A POMIGLIANO D'ARCO
La
scelta del meridione, per ammissione dello stesso Mussolini, secondo
“Ali Italiane” (Enrico Ferrone, Il volo a Napoli - Dal passato al
futuro.IBN Editore), era dettata dalla necessità, prima che il Paese
fosse pronto per immergersi nella Seconda Guerra Mondiale, di trasferire
molte industrie di guerra del Nord nel Meridione, a protezione delle
stesse da quella che poteva essere l’offensiva di Francia e Gran
Bretagna.
Nel 1938 l'IRI incarica l'Alfa Romeo di fondare nel Sud un Centro Industriale Aeronautico con abbinato un piccolo aeroporto.
La
scelta ricade su Pomigliano d'Arco. Nel Verbale del Comitato Tecnico
dell’IRI del 4 marzo 1939 si legge: “le esplorazioni compiute nella
zona, partendo sempre dal criterio di installare il nuovo stabilimento
là dove maggiormente sia sentito il disagio della disoccupazione operaia
e dove per la facilità delle comunicazioni sia possibile un rapido e
comodo allacciamento con i principali centri della zona…” .
Dedicato
a Pomigliano d'Arco, con la nota che segue, affronta l'insediamento
dello stabilimento per motori aeronautici dell'Alfa Romeo a Pomigliano
d'Arco . Viene riportata una sintesi di questa storia pubblicata da
Elvira Ruocco , su Club Alfa Sport, sulla base della documentazione
originale conservata nell'Archivio Storico Alfa Romeo Volume II, 1998.
(foto da Club Alfa Sport e da Ugo Gobbato, un innovatore senza epoca,
quando non diversamente specificato)

Nel
1938, l'Aeronautica Militare propose all'I.R.I. la costruzione di un
grande stabilimento aeronautico per la produzione di motori e velicoli
nel Sud dell'Italia.
Il 1° aprile 1939, alla presenza del Capo del
Governo, venne posta la prima pietra dello stabilimento che fu eretto
in un area compresa tra Pomigliano d'Arco e Acerra, area che permetteva
di utilizzare le reti ferroviarie dello Stato e quelle secondarie.
Compreso il campo di volo, fu occupata una superficie di circa 300
ettari.

Venne
costituito un ufficio con il compito di mantenere i contatti con le
autorità e di seguire le direttive del Comitato per la costruzione dello
stabilimento. A capo di questo ufficio fu nominato l'ingegner Cuocolo.
Furono creati tre centri principali: Produzione Motori, Produzione Velivoli e Centro Leghe Leggere.
La
produzione di motori avio, che continuava a costituire la principale
attività dell'Alfa Romeo, ammontava, nel '39, a 1.243 unità. Un forte
miglioramento, rispetto al 1938, si registro' nella produzione di
ricambi.
Circa il 10% dei motori di aviazione veniva esportato.
Gli
ordini acquisiti assicuravano lavoro ai vari reparti fino al settembre
1940. Ed inoltre era in corso di assunzione una commessa per la
costruzione di motori avio a cilindri in linea, con raffreddamento ad
acqua, per la Regia Aeronautica.
Le previsioni per il 1940,
illustrate dall'Ing. Ugo Gobbato (Direttore Generale dell'Alfa Romeo),
nella seduta di fine anno, riguardavano il nuovo stabilimento di Napoli
che doveva produrre, nel primo anno di esercizio, due tipi di motori in
linea con raffreddamento ad aria di modesta potenza: l'Alfa 110 e l'Alfa
115, rispettivamente a 4 e 6 cilindri. L'attivita' doveva iniziare con
una produzione mensile di 60 motori da elevare fino a 130 per la fine
del 1940, produzione corrispondente a 42 unita'-base Alfa 126. Per lo
stabilimento del Portello invece si prevedeva una produzione di 120
unità-base al mese.
Si sperava di poter presto iniziare la
produzione del motore da 1500 cavalli Alfa 135 e, su licenza, il motore a
cilindri in linea raffreddamento ad acqua, che fu denominato Alfa 150.
Nel
1939 con l'insediamento Alfa Romeo si costituì anche un'azienda
agricola per la produzione di legumi, verdura, frutta sufficiente per
alimentare gli stabilimenti di Pomigliano e di Milano.

Siamo
agli inizi del 1941. I lavori a Pomigliano procedevano bene tanto da
far sperare che il primo motore potesse essere collaudato entro marzo.
Venne
costruita una sala motori di 1800 mq., un capannone per l'attrezzeria,
un grande magazzino generale, un grande laboratorio Metallurgico, un
complesso di sale prove motori. Alle spalle dell'aeroporto, costruito su
un'area di 1.800.000 mq., furono costruiti capannoni e uffici. Questo
complesso disponeva di asilo nido, infermeria e mensa. Si costituì anche
un'azienda agricola per la produzione di legumi, verdura, frutta
sufficiente per alimentare gli stabilimenti di Pomigliano e di Milano.
C'erano moderne stalle con 200 bovini, una conigliera, allevamenti suini
e pollicoltura.
Il Comitato deliberò anche la costruzione di un
gruppo di abitazioni operaie con piccolo orto per ogni famiglia. Si
trattava di circa 500 appartamenti che furono costruiti in un'area
prospiciente allo stabilimento.
Nel
1939 accanto allo stabilimento Alfa Romeo la azienda agricola operava
con moderne stalle con 200 bovini, una conigliera, allevamenti suini e
pollicoltura.

Alla fine dell'anno la
situazione nello stabilimento di San Martino era la seguente: la
lavorazione dei motori proseguiva regolarmente grazie anche ad una
commessa di motori Alfa 150; si stavano, inoltre, definendo le
trattative per la costruzione di grandi apparecchi su progetto
dell'ingegner Zappata, che aveva l'incarico di consulente tecnico. Le
prime commesse erano previste entro il mese di aprile del 1942 dato che
l'apparecchio era un bimotore di grossa portata che veniva fabbricato
per la prima volta.

Bombardamenti e distruzione degli stabilimenti
A
Milano il 14 febbraio del 1943, mentre erano al lavoro 8.500 operai, lo
stabilimento del Portello subì seri danni per un bombardamento,
andarono perdute le lavorazioni del 30 per cento dell'attività globale e
migliaia di documenti storici dell'Alfa. Di conseguenza vennero
decentrati gli uffici di progettazione e l'archivio disegni.
A
Pomigliano, il reparto velivoli, sorto dopo quello dei motori, si
trovava ancora nella fase embrionale a causa delle variazioni dei
programmi della Regia Aeronautica, la quale, dopo aver annullato
l'ordine per la costruzione del velivolo G50 e poi del velivolo Cant Z.
1018 per passare al tipo RO 58 e quindi a quelli di riparazione RE 2001 e
costruzione RE 2002, tornò nuovamente al Cant Z 1018.

Il fatturato raggiunse 300 milioni con una produzione di 1000 motori.
Il
30 maggio del 1943, lo stabilimento di San Martino di Pomigliano subi'
una pesante incursione aerea che provocò vittime e gravi danni alle
strutture.
Già prima dell'incursione era stato predisposto un
piano di decentramento. A Marigliano era già funzionante un reparto
riparazione motori. Si decise di installare nelle grotte di San Rocco
l'officina motori e il reparto produzione ausiliaria e dei laminati
.
30 Maggio 1943. I cappannoni dell'Alfa Romeo distrutti dai bombardamenti alleati (da Il Volo a Napoli di Ferrone)

Il
trasferimento dei laminati fu necessario anche al fine di ottenere
dalla Germania l'invio del macchinario non ancora spedito in quanto le
Autorità tedesche non ritenevano sicuro lo stabilimento di Pomigliano.
Si pensò quindi di decentrarlo a Feltre, nello stabilimento della
Metallurgica Feltrina. Il trasferimento del reparto cellule era ancora
in via di definizione.
Per quanto riguarda Milano, era in corso a
Vittuone la crezione della 2a linea di riparazione dei motori R.A.1000 a
completamento della 1a linea già trasferita a Marigliano.

Intanto la fabbricazione dei motori Daimler Benz fu sostituita con quella di parti del nuovo motore Jumo della Junkers.
Su
invito delle autorità tedesche che volevano semplificare le trattative
commerciali, si costituì un consorzio con l'Isotta Fraschini e con le
Reggiane, per i regolamenti relativi alle commesse in corso.Ogni
attività cessò con il bombardamento del 20 ottobre del 1944.

L'11 maggio 1945, l'Alfa venne posta in regime di amministrazione straordinaria.
I
danni subiti dagli stabilimenti erano ingenti. Pochissimo fu salvato
dalle incursioni aeree e dalle sistematiche distruzioni operate dai
tedeschi prima di abbandonare Napoli.


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