domenica 9 giugno 2013

L’ALA SPEZZATA.10 luglio 1943. (di Mario De Falco)

da Dedicato a Pomigliano d'Arco (Note) Domenica 30 settembre 2012 alle ore 23.16
L’ALA SPEZZATA.10 luglio 1943. (di Mario De Falco)
  


Questa nota di Mario de Falco è un ricordo di Felice Terracciano, capitano dell’aeronautica ed eroe pluridecorato a cui Pomigliano ha dedicato una Strada alle “Palazzine”. “L’Ala spezzata” è un’appendice al volumetto “Acquerelli Pomiglianesi” (ricordi di personaggi, usi e tradizioni di una Pomigliano che non c’è più), pubblicato nel 2003 dal Comune di Pomigliano - Assessorato alla Città Educativa. 




L’ALA SPEZZATA
10 luglio 1943. (di Mario De Falco)
Era l’onomastico di papà, e, due giorni prima gli avevo
inviato gli auguri con una cartolina di Posta Militare,
con la speranza che gli arrivasse!
Quel giorno il mio plotone, a pattuglie di tre, era impiegato
alla vigilanza del campo di volo dell’aeroporto di
Ciampino. Percorrevamo i bordi del campo con il fucile
carico e col colpo in canna e baionetta innestata tenuto
con la cinghia infilata al braccio. Ad un certo momento
si sentirono le sirene dei carri dei Vigili del Fuoco e
dell’autoambulanza che si dirigevano verso la pista di atterraggio.
Poco dopo in cielo apparve un nostro cacciabombardiere
che volava inclinato su un lato, quando passò
sulle nostre teste notammo che aveva un ala spezzata.

Aerei G50 sorvolano Ciampino durante la guerra
Tentò più volte di raddrizzare l’aereo ed atterrare sulla
pista senza fracassarsi al suolo, e, quando non ci riusciva,
riprendeva quota e riprovava e l’autobotte dei Vigili del
Fuoco impazziva a seguirlo sulla pista con i Vigili pronti
con le lance in mano. Finalmente ci riuscì e io con i miei
due compagni di pattuglia commentammo la bravura del
pilota, ma osservammo pure che quell’uomo doveva avere
i nervi a pezzi.

L’aereo, una volta atterrato, rullò piano sulla pista e
poi sul prato fino a raggiungere il suo posto di parcheggio,
il pilota, ancora con il casco, la maschera del respiratore
e gli occhialoni balzò dalla carlinga e si avviò verso la
palazzina Comando passando a breva distanza da noi tre,
che avendo notato dai gradi che con l’aquila di pilota spiccavano
sul taschino del giubbotto di pelle che era un
Capitano, c’irrigidimmo sull’attenti per salutare; rispose
al nostro saluto portando la mano alla visiera del casco e
fece ancora qualche passo, poi improvvisamente tornò
indietro e mi mollò un ceffone. Restai irrigidito sull’attenti,
pensando allo stato dei suoi nervi, senza parlare;

Aerei G50 sorvolano Ciampino durante la guerra
ma mi mollò un altro ceffone e, visto che non reagivo, mi
apostrofò in napoletano: “Ma tu si Mario ‘o figlio ‘e don’
‘Ettorino?”, al mio “Signorsì” mi chiese: “E non mi hai
riconosciuto?” allora gli risposi: “Come faccio a riconoscervi,
signor Capitano, se non vedo niente di Voi?” allora,
ridendo, disse: “Già!” e si tolse con un sol movimento
della mano destra casco, occhialoni e maschera e vidi
il suo viso incorniciato dalla caratteristica barbetta, era
Cicetto Terracciano, caro amico di famiglia che abitava
da giovane a pochi passi da casa mia e che era noto a tutta
Pomigliano per i suoi raids a volo radente su piazza Mercato,
ove abitava, per salutare i suoi, appena conseguito il
brevetto di pilota. Ci abbracciammo e ci intrattenemmo
a parlare per qualche minuto dandoci appuntamento per
il giorno dopo.
L’indomani ci rivedemmo e trascorremmo pochi minuti
insieme parlando di mio padre e di altri amici comuni ed
a conclusione del nostro incontro m’invitò per la sera del
13 a cena in un ristorante delle Capannelle fissando l’incontro
davanti alla Mensa Ufficiali dell’aereoporto.
Mi trovai all’ora fissata e vedendolo ritardare chiesi ad
un aviere addetto alla mensa se per caso l’avesse visto;
l’aviere entrò nella palazzina e dopo poco ne uscì dicendomi
gelido: “Il signor Capitano Terracciano oggi non è
rientrato dalla sua missione in Sicilia per cui è da considerarsi
disperso”. Rimasi impietrito dal dolore e pregai
per la Sua anima.

Nei giorni seguenti appresi in aeroporto che il Comandante
lo aveva proposto per la concessione della
Medaglia d’Oro al Valor Militare “Alla memoria”, ma poi
sopravvennero i tragici eventi dell’8 settembre e non ne
seppi più nulla.

Quando il 7 gennaio 1947, insieme ad un gruppo di
amici fondammo a Pomigliano la Sezione del Movimento
Sociale Italiano, tutti d’accordo onorammo la Sua
memoria intestando la Sezione al “Capitano Pilota Felice
Terracciano, Pluridecorato al Valor Militare” e il Labaro
Tricolore della Sezione di Pomigliano del M.S.I., che fu
benedetto nella Chiesa di San Felice da Monsignor
Campanale, portava ricamato in oro il Suo nome.
Le strade del Rione case famiglia costruito dall’Alfa
Romeo per i suoi operai erano intestate ad Eroi della
Aviazione eccetto quella a sud e quella a nord del rione
che non erano completate. Nel luglio del 1942, in onore
del figlio di Mussolini caduto con il suo aereo, il Fascio
locale propose d’intestare questa via “Viale Bruno
Mussolini”. Caduto il fascismo il leccaculismo locale pensò
subito di cambiare il nome della strada in “Viale
Badoglio”.

Nel frattempo detta strada si sviluppò fino
a congiungere il Rione Palazzine, come era comunemente
chiamato, alla via Carmine Guadagni alla periferia
est del vecchio centro urbano.
Quando il Movimento Sociale Italiano conquistò alle
elezioni amministrative un gruppo consistente di Consiglieri
e l’edilizia della zona si era molto sviluppata, in
Commissione Toponomastica fu proposto di rispettare
il concetto ispiratore del Rione e, su proposta di mio padre,
Consigliere Comunale del M.S.I., intitolare la via a
nord al Capitano Pilota Felice Terracciano e quella a sud
al Tenente Pilota Francesco Caiazzo, caduto nel 1938 in
A.O.I. – Africa Orientale Italiana –, come racconterò nei
I miei ricordi”.

La proposta fu accettata e così avemmo il “Viale Felice
Terracciano” a nord e “Viale Francesco Caiazzo” a sud
del Rione Palazzine.
Ho appreso poi nel giugno 1988 dal numero 2, anno
II°, pagina 6, di “ACTA“ (Una pubblicazione bimestrale
informativa dell’Istituto Storico della R.S.I. – Repubblica
Sociale Italiana –, che ha sede nella frazione Cicogna
del Comune di Terranova Bracciolini in Provincia di
Arezzo) che il Gruppo Aerotrasporti A.N.R. della Aviazione
della R.S.I. era intitolato alla “Medaglia di Oro Cap.
Pil. Felice Terracciano”.
Semplice omonimia? Non credo!
Penso piuttosto che l’iter burocratico della concessione
sia stato portato a termine dopo il caos dell’armistizio
ed il decreto di concessione sia stato firmato dal Governo
della R.S.I. e pubblicato su quella Gazzetta Ufficiale.

Via Felice Terracciano. Foto condivisa da Noi delle palazzine di Pomigliano

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